Stabilire le tue tariffe da Freelance: la guida definitiva

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tariffe da Freelance

Ah, le tariffe da freelance. Quel momento in cui ti sudano le mani, il cuore batte più forte e pensi “quanto chiedo senza sembrare un pazzo?”. Se sei qui è perché anche tu hai vissuto quel momento di panico quando un cliente ti chiede “quanto costa?”.

Ti capisco perfettamente. Anch’io ho passato notti insonni a chiedermi se stessi chiedendo troppo poco (e regalando il mio tempo) o troppo (e perdendo clienti). La verità? Stabilire le giuste tariffe da freelance è una delle sfide più grandi che ogni libero professionista deve affrontare.

Perché stabilire le tariffe giuste è più difficile di quanto pensi

Quando lavori come freelance, non hai un ufficio HR che decide per te. Non c’è un capo che ti dice “ecco il tuo stipendio”. Sei tu, da solo, davanti al computer, che devi decidere quanto vale il tuo tempo, la tua esperienza, la tua creatività.

Il problema è che spesso tendiamo a sottovalutarci. Pensiamo “chi sono io per chiedere 50 euro l’ora?” oppure “magari il cliente va via se chiedo troppo”. Questo mindset è tossico e ti porta a lavorare gratis per anni. Ho visto troppi freelance talentuosi che si vendevano per due spicci perché avevano paura di chiedere il giusto.

Dall’altra parte c’è chi spara cifre a caso, senza logica, e poi si ritrova senza clienti. L’equilibrio è sottile, ma c’è un metodo per trovarlo.

I tre pilastri su cui costruire le tue tariffe da freelance

Le tariffe da freelance non nascono dal nulla. Si basano su tre pilastri fondamentali che devi assolutamente considerare.

Il primo pilastro sono i tuoi costi. E no, non parlo solo del caffè che bevi mentre lavori. Devi calcolare l’affitto del tuo spazio di lavoro (anche se lavori da casa, quella stanza ha un valore), le bollette, il computer, i software, l’assicurazione, i contributi previdenziali. Tutto quello che ti serve per essere operativo ha un costo che deve rientrare nelle tue tariffe da Freelance.

Il secondo pilastro è il tuo livello di competenza. Un freelance alle prime armi non può chiedere quanto un esperto con 10 anni di esperienza. Ma attenzione: esperienza non significa solo anni di lavoro. Significa risultati ottenuti, problemi risolti, clienti soddisfatti. Se hai 2 anni di esperienza ma hai fatto progetti straordinari, il tuo valore è diverso da chi ha lavorato 2 anni su progetti banali.

Il terzo pilastro è il mercato. Puoi essere il migliore del mondo, ma se il tuo mercato locale ha budget limitati, devi adattarti o trovare clienti altrove. Questo non significa svendere, ma essere realistici. Un libero professionista a Milano può chiedere tariffe diverse rispetto a uno in una piccola città di provincia.

Tariffe orarie vs progetti: quale scegliere e quando

Ecco un dilemma che tormenta ogni freelance: meglio le tariffe orarie o quelle a progetto? La risposta è: dipende. So che speravi in qualcosa di più definitivo, ma la realtà è più sfumata.

Le tariffe orarie sono perfette quando il progetto è poco definito, quando sai che il cliente cambierà idea mille volte, o quando stai ancora imparando a stimare i tempi. Ti proteggono dai clienti che “vogliono solo una piccola modifica” che poi diventa un rifacimento completo.

Le tariffe da Freelance a progetto, invece, sono ideali quando hai esperienza, sai esattamente cosa serve per completare il lavoro e vuoi essere pagato per il valore che crei, non per il tempo che ci metti. Se riesci a fare in 2 ore quello che ad altri serve una giornata, perché dovresti essere pagato meno?

Personalmente preferisco sempre quotare a progetto. Dà chiarezza al cliente su quanto spenderà e a me la libertà di organizzarmi come voglio. Ma ho iniziato con tariffe orarie quando non sapevo stimare i tempi.

Come calcolare il tuo valore reale (senza svendere le tue competenze)

Ora arriviamo al nocciolo: come calcolare concretamente le tue tariffe da freelance? Ti do una formula che uso da anni e che ha sempre funzionato.

Parti dal tuo stipendio ideale annuo. Mettiamo che tu voglia guadagnare 30.000 euro l’anno. Ora togli le ferie (almeno 4 settimane), i giorni festivi, i giorni di malattia, il tempo per la formazione, per l’amministrazione, per cercare nuovi clienti. In pratica, ti rimangono circa 220 giorni lavorativi effettivi all’anno.

30.000 diviso 220 giorni fa circa 136 euro al giorno. Se lavori 8 ore al giorno, sono 17 euro l’ora. Ma aspetta, non abbiamo ancora finito. Questa è la tua tariffa base, ma come libero professionista devi aggiungere tutti i costi che un dipendente non ha: contributi, assicurazioni, ammortamenti, tasse. In pratica, devi almeno raddoppiare quella cifra.

Quindi la tua tariffa oraria minima dovrebbe essere intorno ai 35 euro. E questo per guadagnare 30.000 euro l’anno, che non sono esattamente una cifra da nababbi.

L’arte di presentare le tariffe senza perdere clienti

Sai qual è il momento più delicato nella vita di un freelance? Quando devi comunicare le tue tariffe da freelance al cliente. Il modo in cui lo fai può fare la differenza tra chiudere il contratto o vedere il cliente sparire nel nulla.

Prima regola: non scusarti mai per le tue tariffe da Freelance. Non dire “so che può sembrare tanto ma…” o “di solito chiedo di più però…”. Stai comunicando il valore del tuo lavoro, non facendo l’elemosina. Se non credi tu per primo nel tuo valore, perché dovrebbe farlo il cliente?

Seconda regola: contestualizza sempre. Non dire solo “costa 1000 euro”. Spiega cosa include, quali problemi risolve, che risultati può aspettarsi. Il prezzo da solo fa paura, il valore tranquillizza.

Terza regola: offri sempre opzioni. Un preventivo con tre livelli (base, standard, premium) funziona quasi sempre meglio di un prezzo secco. Il cliente si sente di avere controllo sulla spesa e spesso sceglie l’opzione di mezzo.

Ho imparato questa tecnica leggendo “La mucca viola” di Seth Godin, un libro che dovrebbe essere obbligatorio per ogni libero professionista che vuole distinguersi dalla concorrenza.

Gli errori che ti fanno perdere soldi (e come evitarli)

Negli anni ho visto molti freelance commettere sempre gli stessi errori. Errori che costano cari e che si possono evitare facilmente.

L’errore più comune è partire troppo bassi con l’idea di “acquisire esperienza”. Questo è un tranello mortale. Una volta che un cliente ti paga poco, difficilmente accetterà un aumento sostanzioso. È meglio perdere qualche cliente all’inizio e costruire una reputazione di qualità che dover ricostruire tutto dopo anni.

Il secondo errore è non calcolare tutto il tempo necessario. Quando pensi a un progetto, considera anche il tempo per capire le esigenze del cliente, fare modifiche, gestire la comunicazione, fare fatture. Quel lavoro “di 4 ore” in realtà te ne porta via 6 o 7.

Il terzo errore è non mettere tutto per iscritto. Lo so, con i clienti simpatici sembra eccessivo, ma è fondamentale. Un preventivo dettagliato ti protegge dai clienti che “dimenticano” cosa avevano chiesto e da quelli che vogliono modifiche infinite.

L’ultimo errore che vedo spesso è la paura di dire no. Accettare qualsiasi progetto, anche sottopagato, non ti porta da nessuna parte. Ogni sì a un progetto sbagliato è un no a un’opportunità migliore che potrebbe arrivare.

Quando e come aumentare le tariffe senza paura

Ecco una verità che nessuno ti dice: le tariffe da freelance devono crescere nel tempo. Non puoi chiedere le stesse cifre per 10 anni consecutivi. La tua esperienza aumenta, i tuoi risultati migliorano, l’inflazione sale. Le tue tariffe da Freelance devono seguire questa crescita.

La domanda è: come aumentare le tariffe senza perdere tutti i clienti? Primo, non aumentare mai per tutti allo stesso momento. Inizia con i nuovi clienti: è molto più facile comunicare tariffe più alte a chi non ti conosce che a chi ti paga da anni una cifra diversa.

Per i clienti esistenti, la strategia migliore è la gradualità e la trasparenza. Avvisa con anticipo, spiega le ragioni (aumento dei costi, nuove competenze acquisite, maggiore esperienza), e magari offri di mantenere le tariffe attuali per i progetti già in corso.

Un altro approccio che funziona bene è legare gli aumenti a risultati concreti. Se hai aiutato un cliente a raddoppiare le vendite, è normale che anche le tue tariffe da Freelance riflettano il valore che hai creato.

La paura di perdere clienti aumentando le tariffe è comprensibile, ma ricorda: è meglio avere 5 clienti che ti pagano bene che 15 che ti pagano poco. La matematica è semplice, ma soprattutto la qualità della vita è incomparabile.

Stabilire le giuste tariffe da freelance è un’arte che si impara con l’esperienza, ma avere le basi giuste fin dall’inizio ti evita anni di sottovalutazione e stress economico. Ricorda sempre che il tuo lavoro ha valore e quel valore deve essere riconosciuto e pagato adeguatamente.

Hai ancora dubbi su come stabilire le tue tariffe o su come strutturare la tua attività da libero professionista?

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gabriele lakhal autore
Gabriele Lakhal
Designer e Marketer
Sono cresciuto tra Milano e il Monferrato (Piemonte). Le cose che amo di più nel mio lavoro sono le arti grafiche, l’illusione attraverso il foto ritocco e le continue innovazioni in materia di grafica e fotografia, mentre nella vita amo viaggiare, incontrare nuove persone e culture. Da sempre una buona forchetta, mi entusiasmo ogni volta si parli di cibo, ristorazione, eventi e di viaggi.

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